Bending: la forza indiscutibile

26 January 2016 - Ore 21:19

Per noi amanti della ghisa e dei muscoli, un bilanciere carico che si flette sulla schiena mentre eseguiamo uno squat è altamente appagante, così come uno stacco massimale che ci fa diventare viola in viso, con le vene che scoppiano ed il pavimento che trema quando lasciamo cadere il bilanciere per terra.

Niente è più soddisfacente … vero?

Sino a quando non vedete qualcuno con i vostri occhi che piega un grosso chiodo con le mani, ed il vostro primo pensiero sarà: “impossibile, ma come ha fatto???!!!”

 

Posso garantirvi che piegare del metallo è altamente soddisfacente!!!

Qualcuno potrà criticare il vostro squat, la tecnica, il peso dubbio, l’aiuto, l’essere o non essere bombati, fase di carico o scarico, ecc… Con il bending ci sono solo i fatti, ti piego un chiodo e fine della storia! Questa è forza indiscutibile!

Puoi essere grosso e svenato, fare 200kg di panca e 300kg di stacco, ma non ti garantirà la riuscita nel deformare un pezzo di metallo con le mani!

Precedentemente ho reso disponibili due articoli voluti proprio per incuriosire ed avvicinare appassionati a questa insolita ma vecchissima disciplina, fatta di costanza, sacrificio e dolore.

Vediamo quindi quale materiale scegliere e quali tecniche praticare per lavorare al meglio su questa forza capace di vincere l’acciaio.

 

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Il primo passo da fare in vista del bending è procurarsi il materiale idoneo da piegare. Le scelte possibili sono 4:

  •   – Una ferramenta vicina che possa avere barre tonde o quadre di diverso spessore, ma anche chiodi di diversa lunghezza/spessore a costi non troppo proibitivi;
  •   – Un grossista di metalli che avrà prezzi più competitivi e magari una scelta maggiore. Solitamente vendono barre molto lunghe che andrebbero acquistate e tagliate della dimensione scelta;
  •   – Venditori esteri che, a costi molto più elevati, forniranno pezzi già pronti, rifiniti ed anche tarati in base alla durezza del metallo.
  •   – Grip & Bend Italia che per prima in Italia ha dato la possibilità di provare le barre senza costi proibitivi dovuti ai mercati esteri e quindi alla dogana!

 

A voi la scelta in base alle vostre esigenze e possibilità. Di seguito elenchiamo i migliori venditori del settore:
www.ironmind.com; (USA)

www.fatbastardbarbellco.com; (USA)

www.irongripworld.ru; (Russia)

www.davidhorne-gripmaster.com; (Inghilterra)

www.cookbob.wordpress.com (Asia)

www.gripebenditalia.it/en (Italy)

 

Per esperienza personale dell’autore, i russi della Irongrip vendono ottimi prodotti, molto ben rifiniti e tarati, a prezzi più ragionevoli rispetto agli USA. Solitamente presi dalla foga di cominciare e dall’ottimismo, si acquistano intere borse di ferri o si scelgono molte gamme di barre, spendendo molto e rimanendo presto a corto di metalli da piegare. Sarebbe preferibile acquistare più pezzi di barre con durezza bassa, così da lavorarci su ed acquisire tecnica e forza in mani e polsi.

 

Fasciatura

Secondo importante step cui andare incontro è l’utilizzo dei pads, ossia le fasciature per salvare le mani dalla durezza del  metallo. Le stoffe per eccellenza sono la vera pelle e la cordura, perché aderiscono bene in maniera tesa attorno alla barra e resistono maggiormente al duro lavoro cui vengono sottoposte, ritardando lacerazioni che qualsiasi altra stoffa subirebbe. Si lavora bene anche con pads ottenuti da vecchi jeans. La misura ormai standard riconosciuta è quella di fasce da 10 cm di larghezza e 30 cm di lunghezza, obbligata in alcune certificazioni. L’Ironmind invece utilizza stoffe da 30 x 30 cm.

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Come procedere per una fasciatura standard delle barre?

Afferrate la prima striscia di stoffa, apritela totalmente su di una panca o ripiano, bloccatela ad una estremità con una pinza elastica da ferramenta o fermatela con un piede se la stendete sul pavimento. Dal lato opposto cominciate ad arrotolare la barra in maniera molto aderente e sempre con una tensione costante per una migliore tenuta. Potete anche migliorare l’aderenza con un pochino di magnesite strofinata sulla stoffa.

La barra deve trovarsi approssimativamente a metà del pad. Arrotolate il ferro sino alla fine e poi applicateci degli elastici facendo più giri, sino a che sarà ben stretta. Procedere nello stesso modo per il lato opposto.

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Come potete osservare, al termine della fasciatura resterà uno spazio centrale libero, che permetterà alla barra di potersi flettere con un ampio range di movimento. Le fasciature possono anche essere “doppie”, cioè con un doppio strato, che equivarrebbero alle IMP (Ironmind pads) da 30 x 30 cm piegate in tre strati. Più il diametro della fasciatura sarà spesso, più leveraggio si riuscirà ad ottenere, aumentando quindi la forza trasferita dai polsi al metallo.

 

Tecniche

Passiamo adesso al lato tecnico del bending. Ci sono cinque tecniche fondamentali per piegare metalli corti, e sono: Double Overhands (DO), Double Underhands (DU), Reverse, Heslep e Vertical Style.

Tutti questi stili dovranno essere provati inizialmente per capire qual è quello che meglio si adatterà al singolo soggetto, perché biomeccanica, predominanze muscolari e caratteristiche anatomiche influiranno sulla capacità di esprimere forza in questi movimenti. Vediamo singolarmente come eseguirle.

 

Double Overhands ( Entrambe le mani in pronazione)

Sicuramente lo stile più performante di tutti. Chi piega grossi e tosti metalli solitamente utilizza lo stile DO, questo perché la spinta avviene con petto, dorsali e deltoidi che caricano di tensione i polsi e le mani che, a loro volta, trasferiranno questa potenza al metallo. Le mani durante il bending sono costrette a stringere il più possibile, anche per evitare che le fasciature possano scivolare e quindi causare movimenti improvvisi che potrebbero causare traumi.

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Double Underhands (Entrambe le mani in supinazione)

Letteralmente opposto alla tecnica precedenti, il DU sfrutta deltoidi, tricipiti e dorsali come propulsori di potenza e lavora esternamente sui polsi. Anche qui si generano ottime potenze e l’anatomia della propria mano potrà farvi percepire questa posizione come più comoda o più scomoda per spingere con forza. In questa tecnica però le fasciature potranno essere più vicine tra loro o anche toccarsi, perché durante il movimento lo spazio occupato dalle mani ostacola meno la piegatura.

Oppure si potrà applicare le fasciature come nel DO ma modificare leggermente il movimento ricercando maggiormente la spinta del petto assieme i tricipiti.

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Reverse (Mani in posizione opposte) 

Lo stile Reverse relega la quasi totalità del lavoro alla muscolatura dell’avambraccio, dove una mano farà da fulcro fisso e l’altra andrà in tensione ruotando e tirando verso il basso, anche grazie all’ausilio del dorsale se si terranno le braccia vicine al busto, oppure al tricipite se queste si allontaneranno.

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Vertical Style

Simile per molti versi ad uno stile reverse, il vertical style parte con le mani entrambe in pronazione ad altezza dello stomaco, come se dovessimo impugnare una spada. Da questa posizione si spingerà verso il basso, allontanando la barra e sfruttando polso e tricipite della mano più bassa, oppure si potrà utilizzare la mano bassa come fulcro e la mano più alta come torsione. Poche persone solitamente utilizzano questo stile.

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Heslep 

Questa tecnica prende il nome da Tommy Heslep, conosciutissimo nell’ambiente del Grip per le sue performance eccezionali. Tommy riesce a piegare metalli tenendo le braccia distese davanti a se. Una posizione davvero svantaggiosa dove a lavorare sono prevalentemente le mani e i polsi, dove l’aiuto dei muscoli più distanti come dorsali, petto e la cuffia dei rotatori è minimo davvero.

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Nelle tecniche Reverse, Heslep e Vertical i movimenti non renderanno possibile l’intera piegatura del ferro, pertanto si potrà chiudere totalmente come solitamente viene fatto nella fase finale del Double Overhands o Underhands. Nei confronti che spesso si fanno via internet, si preferisce piegare in uno stile sino alla flessione massima del ferro senza cambiare tecnica, per poi misurarne i gradi di piegatura applicata con un goniometro stampato su carta, ma dove non ci sono vincoli si potrà partire con la tecnica preferita per poi chiudere appunto come visto nelle prime due tecniche.

 

Riscaldamento e stretching

Come in tutte le attività sportive, il buon riscaldamento ed il buon senso non devono mai mancare, per scongiurare inutili infortuni che rallenterebbero solamente i nostri progressi. Ancor più vero quando in attività come queste spesso ci si trova a richiedere enormi tensioni ai nostri tendini e performance al limite.

Pertanto prima di utilizzare grippers, bending e qualsiasi allenamento della mani ed avambracci, fate un piccolo riscaldamento generico (se non avete finito una sessione con i pesi per il resto del corpo) poi cominciate ad effettuare rotazioni dei polsi interne ed esterne, flessioni ed estensioni, aperture e chiusure continue della mano, per poi fare del leggero stretching delle dita. Non forzate, devono essere tensioni lievi e progressive. Solamente dopo questa doverosa preparazione potrete cominciare ad afferrare i vari strumenti di piacevole tortura. Possibilmente anche una volta terminato il workout ripetete lo stretching, che consigliamo anche nei giorni di riposo per migliorare il recupero, che spesse volte è lento per queste zone.

 

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Autore: Giorgio Giannico

  • Mi sono arrivate tutte le barre della fascia beginner. Ottima qualità. Velocità nella spedizione, tutto perfetto. Per me che mi sto appassionando a questo mondo della forza è l inizio che ci voleva!!!
    Grandi ragazzi!!!!

  • Mi sono arrivate tutte le barre della fascia beginner. Ottima qualità. Velocità nella spedizione, tutto perfetto. Per me che mi sto appassionando a questo mondo della forza è l inizio che ci voleva!!!
    Grandi ragazzi!!!!

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